Le emozioni sono degli stati mentali e psicologici in risposta ad eventi, immaginari o reali. Secondo la maggior parte delle teorie moderne, le emozioni sono un processo multicomponenziale, cioè articolato in più componenti.
Le emozioni sono eventi di durata limitata, da non confondere con i sentimenti. Quest’ultimi, infatti, sono l’elaborazione cognitiva di ciò che mente e corpo hanno rapidamente elaborato in risposta ad un evento, ovvero ad un’emozione.
Le emozioni hanno una funzione relazionale (comunicazione agli altri delle proprie reazioni psicofisiologiche) e una funzione autoregolativa (comprensione delle proprie modificazioni psicofisiologiche).
Manifestare ciò che si prova in modo educato e rispettoso è fondamentale per il proprio benessere psicofisico.
Paul Ekman (2008) ha distinto tra emozioni primarie e secondarie. Le prime sono innate, universali e individuabili in tutte le popolazioni, le seconde, invece, originano da quelle primarie e sono influenzate dal contesto culturale.
Le emozioni primarie o di base sono: rabbia, paura, tristezza, gioia, sorpresa, disgusto.
Ogni emozione ha la propria dignità e la propria funzione, che ci garantisce un buon adattamento alla realtà che ci circonda. La paura, ad esempio, ci avverte che siamo in una situazione di pericolo, mentre la rabbia che stiamo subendo un’ingiustizia) e ci garantisce così le migliori condizioni per una buona sopravvivenza.
Quindi dobbiamo resistere alla tentazione di rifuggire dalle emozioni spiacevoli, dobbiamo al contrario imparare a starci dentro e a viverle fino in fondo… tanto poi passano!
Sì, perché anche le emozioni negative, come quelle positive, sono transitorie e, magari ci mettono un po’ di più, ma poi se ne vanno. Quando non avviene probabilmente si è verificato un blocco ed è quindi consigliabile rivolgersi ad uno specialista per rimuoverlo.