Si parla di invecchiamento fisiologico quando, con l’avanzare dell’età, si assiste ad un cambiamento e ad una riduzione di alcune delle principali abilità cognitive: attenzione, concentrazione, memoria, percezione, capacità di apprendimento e velocità di elaborazione delle informazioni; in tale situazione rimangono generalmente stabili, il linguaggio, il ragionamento, le abilità visuo-spaziali e la personalità.
Dai primi del ‘900 ad oggi, l’invecchiamento fisiologico nella popolazione è aumentato in seguito all’allungamento dell’aspettativa di vita. Questo significa che le tematiche legate alla terza età oggi interessano un ampio numero di persone.
Per quanto appaia paradossale, le ultime ricerche sul benessere psicologico riportano che le persone più adulte esprimono un maggior grado di soddisfazione personale e di benessere psichico rispetto alle persone più giovani. Questo dato è la prova che anche in età avanzata ciascuno può avere un ruolo attivo nella costruzione del proprio benessere
Si parla invece di invecchiamento “patologico” quando la compromissione delle funzioni cognitive si manifesta attraverso sintomi cognitivi, comportamentali o della personalità, tali da determinare un’alterazione dello stato funzionale della persona con ripercussioni sull’autonomia e sullo svolgimento delle normali attività di vita quotidiana.
Lo sviluppo della persona continua lungo tutto l’arco di vita: dall’infanzia, all’adolescenza, all’età adulta, all’età anziana. Ogni fase porta in sé un passaggio di crescita fondamentale per uno sviluppo pieno e sano dell’individuo.
Avere un atteggiamento positivo nei confronti della vita, e dell’invecchiamento stesso, e continuare a ricercare uno o più obiettivi che diano direzione e senso alla propria vita favoriscono un buon invecchiamento fisiologico.